Diagnosi (valutazione psicodiagnostica)
L’obiettivo principale della valutazione psicodiagnostica è quello di identificare correttamente i sintomi e l’organizzazione di personalità del paziente. Essa deve permettere di definire e valutare le capacità e potenzialità del paziente ed i suoi condizionamenti psicosociali, il suo problema principale e gli altri problemi derivanti o secondari, i fattori eziologici predisponenti, precipitanti e di rinforzo.
La valutazione della realtà del paziente deve comprendere anche una prognosi delle sue prospettive di sviluppo e l'indicazione di una eventuale psicoterapia, di quale tipo e durata.
Secondo il DSM IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali dell'American Psychiatric Association), la diagnosi identifica e classifica lo stato psicopatologico presentato da una persona e permette di collocare i disturbi che essa presenta in uno schema. In questo modo la sintomatologia che contraddistingue un determinato paziente è confrontata con il gruppo di sintomi che dovrebbero contrassegnare una specifica entità morbosa.
La valutazione della struttura della personalità o del carattere è sempre provvisoria. Il terapeuta è tenuto a rivedere la propria diagnosi iniziale alla luce di nuove informazioni. Le persone sono molto più complesse di quanto prevedano le categorie concettuali, e nonostante sia necessario riferirsi a modelli diagnostici scientificamente approvati questo non deve costituire un vincolo alla comprensione di sfumature cruciali nel materiale pressoché unico riferito dal paziente.
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