L’esperienza della vergogna e della colpa e perché sono diverse

L’esperienza della vergogna e della colpa e perché sono diverse

Tra le emozioni più dolorose che un individuo possa provare troviamo quasi sempre la vergogna. 

L’esperienza della vergogna si manifesta quando si è criticati o quando non si riceve l’approvazione sperataquando si teme di non essere all’altezza delle aspettative proprie o altrui, quando si teme di non riuscire a far fronte alle richieste della vita quotidiana, quando si teme di aver “perso la faccia”. A volte la vergogna è talmente pervasiva e invalidante che arriva a minacciare l’integrità del Sé.

In termini psicoanalitici è come se l’individuo si trovasse costantemente di fronte a una platea immaginaria critica e severa oltremisura. Ma non ci troviamo di fronte al classico conflitto tra Io e Super Io come nella colpa. Nella vergogna il conflitto poggia sul confronto tra un Io reale e un Io ideale. Non un ideale dell’Io più orientato al futuro, quello che ci sprona a progredire e migliorare, in un certo senso la versione meno severa e punitiva del Super-Io. Ma un Io ideale posto nel presente che ci dice come dobbiamo essere ora, e spesso con richieste troppo distanti dalla realtà (Laplanche J., Pontalis J. B, 1993).

Questo può dare origine alla percezione di essere “intrinsecamente imperfetti”. È una caratteristica presente in una forma di narcisismo molto comune anche se poco visibile. Si tratta del cosiddetto “narcisismo vulnerabile e ipervigile”, chi ne soffre è estremamente sensibile alla reazione e al giudizio degli altri (Glen Gabbard, 2015).

La vergogna è un’emozione sociale autoconsapevole negativa e universale. Riguarda noi di fronte agli altri, noi nelle relazioni. Quando proviamo vergogna vorremmo scomparire, fuggire lontano. È strettamente legata all’autostima per questo ci sentiamo privi di valore, inadeguati e impotenti. Oppure proviamo, spesso inconsapevolmente,  risentimento, collera, rabbia e desiderio di rivalsa.

Colpa e vergogna a volte si sovrappongono ma non sono uguali

Anche la colpa come la vergogna è un’emozione autoconsapevole negativa ma ci sono delle importanti differenze. Nella colpa c’è la consapevolezza di aver procurato un danno, materiale o immateriale, a qualcuno. La colpa è circoscritta all’azione o al fatto in sé e ha perciò confini precisi e riconoscibili. Il vissuto della vergogna è invece autoreferenziale e coinvolge la persona nella sua totalità. Nella vergogna patologica il dolore mentale e la tristezza che l’accompagnano sono molto spesso invalidanti.

Nella colpa c’è sì uno stato d’ansia, c’è il rimorso per aver commesso oppure omesso una certa azione, c’è il dispiacere per aver recato danno, ma mentre nella vergogna l’individuo vuole fuggire o vendicarsi per l’umiliazione subita, nella colpa vuole invece rimediare al torto inflitto. In termini di relazione c’è un desiderio di cambiamento, c’è un riavvicinamento e non una fuga. Per queste ragioni è meno problematico elaborare un vissuto di colpa che non un vissuto di vergogna.

Nella vergogna l’attenzione è rivolta al proprio Sé, a come gli altri ci valutano. Nella colpa l’attenzione è sulle conseguenze delle proprie azioni sugli altri. Se la vergogna è autoreferenziale nella colpa entra in gioco l’empatia, il mettersi dal punto di vista dell’altro. Attraverso l’ammissione della responsabilità vogliamo ricostruire la relazione danneggiata. Il vissuto della vergogna e della colpa, pur avendo aspetti relazionali e cognitivi differenti, sono spesso entrambi presenti e si strutturano reciprocamente. Tuttavia chi è più incline alla vergogna presenta spesso forme di ostilità interpersonale e di collera nei confronti degli altri. È la cosiddetta “furia da umiliazione”. La colpa è meno penosa della vergogna anche se ha dei tempi più lunghi di risoluzione (Anolli, 2010).

Fonti:

  • L. Anolli, La vergogna, quando la nostra immagine va in frantumi e vorremmo sprofondare, Il Mulino, 2010.
  • G. Gabbard, Psichiatria Psicodinamica, Raffaello Cortina, 2015.
  • Laplanche J., Pontalis J. B., Enciclopedia della psicoanalisi, Laterza, 1993.

Immagine: Adobe Stock


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