Il bisogno di essere amati, accettati e rispettati rappresenta un bisogno psicologico fondamentale che può essere soddisfatto fin dalla nascita attraverso relazioni sicure ed esperienze positive.
Secondo Abraham Maslow, esplorare i bisogni umani ci consente di comprendere i desideri e i necessità fondamentali. Oltre ai bisogni primari, la piramide dei bisogni di Maslow include anche quelli sociali, legati alle relazioni interpersonali e al senso di appartenenza, seguiti dai bisogni di stima. Questa gerarchia dei bisogni, universalmente riconosciuta, trova applicazione non solo nella psicologia e nelle scienze sociali, ma anche nel marketing e nel management.
Un ulteriore contributo alla comprensione del bisogno di essere amati, accettati e stimati proviene dalla teoria dell’attaccamento. Nell’interazione con i suoi caregiver, il bambino sviluppa schemi di attaccamento stabili (Modelli Operativi Interni) e quando il caregiver è accessibile e stabilmente disponibile alle richieste di aiuto, vicinanza e conforto espresse dal bambino, quest'ultimo costruisce un' immagine positiva di Sé e si percepisce come degno di amore (Bowlby, 1972; Liotti, 1994).
Il pilastro dell’autostima: un’immagine positiva di se stessi
L'autostima si può definire come:
- la profonda consapevolezza del proprio valore
- la percezione di essere abili nel gestire con successo lo stress e le frustrazioni quotidiane
- la capacità di regolare le emozioni in modo appropriato alla particolare situazione e al contesto culturale di appartenenza.
Analogamente al narcisismo sano, un livello adeguato di autostima richiede un Sé forte e ben definito, una sicurezza di base e un senso di autonomia psicologica. Inoltre, l'autostima dovrebbe mantenersi relativamente stabile e realistica, evitando estremi eccessivamente alti o bassi. Un livello troppo basso di autostima, è spesso associato a sentimenti d’inferiorità.
Come ha spiegato Nancy McWilliams “gli individui con una autostima adeguata sono in equilibrio non solo con i propri limiti e fallimenti, ma anche con i propri punti di forza. Poiché la loro immagine di sé abbraccia gli inevitabili stati di colpa e bisogno, sono in grado di scusarsi quando feriscono gli altri ed esprimere gratitudine quando ricevono aiuto. Sanno dichiarare esplicitamente quali sono i loro bisogni e non si aspettano che gli altri indovinino ciò che vogliono e soddisfino i loro desideri senza bisogno di chiedere. Sanno esprimere come si sentono e parlano in prima persona invece di sviare le loro colpe” (McWilliams, 2022, pag. 68).
La sindrome dello zerbino e la paura di non valere abbastanza
Un esempio emblematico è la Doormat Syndrome, nota come “sindrome dello zerbino”, in cui il costante bisogno di approvazione da parte degli altri, legato a una bassa autostima, porta a trascurare i propri bisogni e sentimenti (Namka L., 2000).
Le persone che si riconoscono in questa sindrome mostrano spesso un atteggiamento eccessivamente accomodante e sono costantemente preoccupate del giudizio altrui. Si dedicano con eccessiva dedizione a rendere felici gli altri (spesso il partner), trascurando il proprio benessere. Questo comportamento può portarle a essere sfruttate, poiché le loro relazioni sono caratterizzate da uno squilibrio nell'attenzione e nell'impegno reciproco.
Tale dinamiche sono riscontrabili in diverse forme di dipendenza affettiva, dove la paura dell’abbandono e il senso di inadeguatezza (la convinzione di non valere abbastanza e di non essere degni d'amore) giocano un ruolo significativo.
Anche in ambito lavorativo, la mancanza di fiducia in se stessi e nelle proprie capacità personali (cognitive e affettive) nel raggiungere una performance specifica e nell'ottenere i risultati attesi può provocare disagio e generare problemi significativi nel lungo termine.
Nutrire la nostra autostima e sviluppare la fiducia nelle nostre abilità
È importante ricordare che ognuno di noi possiede un potenziale da esprimere. Affrontare le sfide e confrontarsi con gli altri rappresenta un'opportunità di crescita e di autoapprendimento costante. Come descritto in Grinta e autodisciplina: fattori di successo per obiettivi a lungo termine è essenziale guardare al passato con gratitudine per le esperienze positive vissute. Questo ci consente di alimentare in modo realistico la nostra autostima e mantenere viva la fiducia nelle nostre capacità. Concentrarsi sulle opportunità presenti ci permette di superare gli ostacoli con determinazione e resilienza.
Nota: per non appesantire il testo è stato usato il maschile secondo le tradizionali regole in uso nella lingua italiana.
Fonti:
- Bowlby J. (1972), Attaccamento e perdita, vol. 1, L'attaccamento alla madre. Bollati Boringhieri,Torino.
- Lingiardi V. (2005), Personalità dipendente e dipendenza relazionale. In “Le dipendenze patologiche” a cura di Caretti V. e La Barbera D., Raffaello Cortina Editore, Milano.
- Liotti G., (1994), La dimensione interpersonale della coscienza, Carocci, Roma.
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McWilliams, N. (2022), La supervisione. Teoria e pratica psicoanalitica, Raffaello Cortina Editore, Milano.
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Namka L., (2000), The Doormat syndrome, iUniverse, Bloomington, Indiana, USA.
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