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Giovani adulti: affrontare i compiti di sviluppo durante l'emergenza Covid-19

Giovani adulti: affrontare i compiti di sviluppo durante l'emergenza Covid-19

L’impatto negativo sulla salute mentale dall’inizio della pandemia Covid-19 è confermato ormai da molti studi. Gli adolescenti e i giovani adulti sembrano essere quelli più colpiti.

I dati epidemiologici registrano un incremento dell’incidenza tra i 15 e i 24 anni dei disturbi d’ansia, dell’umore, del comportamento alimentare e dell’adattamento. A questo bisogna aggiungere un altro dato che la letteratura scientifica evidenzia da tempo: il 75% dei disturbi psichiatrici gravi ha un esordio prima dei 24 anni, con un picco tra i 20 e i 24 (DSM-5, 2013). Si tratta quindi per lo più di giovani appena usciti dall’adolescenza ed entrati in quella fascia di età che gli inglesi chiamano dei young adults e che in Italia, Spagna e Grecia arriva, dal punto di vista cronologico, fino ai 28/30 anni.

Chi sono oggi i giovani adulti e quali compiti di sviluppo devono affrontare

L’opinione comune tende a considerare la fascia di età dei giovani adulti (19/20 in poi) come il prolungamento del periodo adolescenziale oppure come l’essere già adulti "a tutti gli effetti”. Tuttavia, dal punto di vista dello sviluppo evolutivo e del funzionamento mentale, le cose non stanno esattamente in questo modo. Vediamo perché.

Innanzitutto i compiti di sviluppo che i giovani adulti si apprestano ad affrontare presentano, rispetto ai compiti di sviluppo della tarda adolescenza, una maggiore complessità e individuazione. Sono più orientati alla progettualità e alla presa di decisioni per ciò che riguarda il futuro (Lancini e Madeddu, 2014).

Alla fine di questa fase avremo una descrizione del giovane adulto che si avvicina molto alla linea guida proposta da Lingiardi e McWilliams: “I giovani adulti hanno raggiunto un’identità coerente e fondata su un insieme di scelte personali e sui precedenti investimenti. Tendono a mostrare una forte motivazione al raggiungimento di obiettivi e una buona autostima, uno scarso ricorso a meccanismi di difesa immaturi e un locus of control interno. A livello cognitivo, mostrano un buon funzionamento anche in situazioni di stress e la capacità di utilizzare uno stile organizzato, razionale e logico nel prendere le decisioni. È presente un ragionamento morale stabile e coerente, basato sia su un sentimento di giustizia sia sulla cura dell’altro. A livello interpersonale sono in grado di raggiungere un’intimità profonda, di stabilire relazioni mutualmente soddisfacenti sia con gli amici sia con un partner, e mostrano un interesse genuino per le esperienze degli altri” (Lingiardi e McWilliams, 2018).

Questa linea guida rappresenta un valido modello di riferimento anche se come ogni modello presenta le sue intrinseche rigidità. Infatti, è molto difficile incontrare un giovane adulto che alla fine di questo percorso di crescita mostri caratteristiche così nettamente definite. Questa linea guida la potremo considerare come la stella polare per i naviganti di una volta. E poco importa se avremo a che fare con un mare sempre diverso, agitato o calmo che sia.

Compiti di sviluppo e differenze individuali

Occorre considerare che nello sviluppo evolutivo le differenze individuali sono il risultato di “un insieme di processi integrati”. Fattori costituzionali (temperamento, predisposizione genetica e tratti di base), fattori legati all’ambiente relazionale e al contesto sociale e culturale. E occorre considerare che ogni fase dello sviluppo evolutivo presenta elementi di continuità e discontinuità con le fasi precedenti e seguenti e ciò determina ritmi e tempi differenti per ognuno. Nella fase del giovane adulto potranno coesistere atteggiamenti o comportamenti francamente adolescenziali come per esempio essere dipendenti dalle opinioni altrui insieme a un discreto livello d’integrazione tra i vari aspetti legati alla sessualità. Di solito questa delicata e lunga fase di transizione che va dalla fine dell’adolescenza all’età adulta viene superata senza grosse difficoltà o disagi. Ma non per tutti i giovani adulti è così, almeno non in questo periodo. I dati lo dicono in modo chiaro.

L’importanza di chiedere un aiuto professionale

In questo periodo di emergenza Covid-19 che ha imposto restrizioni di spazi e di relazioni umane, le comuni difese contro l’ansia e l’angoscia probabilmente non sono sufficienti a gestire il disorientamento, la frustrazione e la rabbia, la delusione e il senso di precarietà, la mancanza di speranza verso il futuro e i conflitti ancora aperti con i primi pattern di attaccamento.

Molti giovani adulti, soprattutto quelli più vicino all’adolescenza, rinunciano a chiedere aiuto per vergogna, per paura dello stigma (essere etichettati negativamente), per pregiudizi e per paura di essere discriminati dal gruppo di amici (Lancini e Madeddu, 2014). A volte è la famiglia stessa a non avere fiducia nell’intervento psicologico. Sottovaluta i sintomi o li interpreta in modo errato. Il “non sono mica pazzo” è un frequente rimando all’idea di malattia mentale obsoleta che non esiste più da decenni.

Molti altri giovani adulti, con una diversa esperienza soggettiva e maggiori capacità adattive, riescono a esprimere sofferenza e disagio senza ricorrere ad agiti. Un agito è un’esplosione di rabbia per esempio.

Per tutti dovrebbe essere favorita e incoraggiata la decisione d’intraprendere un percorso di sviluppo dell’empowerment personale, non necessariamente lungo, finalizzato al superamento di un blocco evolutivo o di una crisi (la crisi non è necessariamente espressione di una patologia). Non sarà difficile per il giovane adulto riprendere la giusta direzione e tentare di rispondere alla più “strategica” delle domande:  chi sono e cosa voglio diventare.

Fonti:

  • American Psychiatric Association (2013), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.Tr. it. Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Lancini M., Madeddu F., (2014), Giovani adulti, Cortina Editore, Milano.
  • Lingiardi V., McWilliams N. ( 2018), Manuale diagnostico psicodinamico PDM-2, Cortina Editore, Milano.
  • Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e adolescenza.

https://www.minori.gov.it/it/minori/contrastare-limpatto-della-pandemia-su-bambinei-e-adolescenti

  • Osservatorio giovani.

https://www.rapportogiovani.it/la-condizione-giovanile-in-italia-rapporto-giovani-2020/)

Per non appesantire il testo è stato usato il maschile secondo le regole in uso nella lingua italiana.

Immagine: Adobe Stock