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Maternity blues: quella voglia di piangere senza motivo

Maternity blues: quella voglia di piangere senza un motivo

Il maternity blues o baby blues o postpartum blues è uno stato di lieve depressione, transitorio e di breve durata che insorge in modo repentino nelle prime ore o nei 3-4 giorni dopo il parto.    

 Riguarda il 70-80% delle donne, soprattutto primipare. Rappresenta perciò un'alterazione del tono dell’umore che nel passato veniva definito “pianto del latte”.

Il maternity blues non va confuso con la depressione post partum né con la psicosi puerperale e né con il disturbo post-traumatico postpartum. Tuttavia non bisogna dimenticare che in alcuni casi i sintomi del maternity blues potrebbero essere una spia di allarme di un disturbo ben più importante.

Non è considerato un disturbo vero e proprio dunque. Si risolve spontaneamente entro pochi giorni o al massimo entro due settimane dal parto. Il termine maternity blues è stato utilizzato per la prima volta dal pediatra e psicanalista inglese Donald Winnicott per associazione a quella forma musicale, il blues, dove prevale un vissuto di tristezza e malinconia.

Sintomi caratteristici sono: tendenza al pianto, ansia generalizzata, insonnia, irritabilità, astenia, tristezza, difficoltà cognitive, disinteresse per il bambino e senso di inadeguatezza. Le cause sono sia di natura ormonale sia legate allo stress psicofisico provocato dalle condizioni del parto e sia legate al cambiamento dell'immagine corporea.

Attualmente le neo mamme vengono dimesse dopo 2-3 giorni dal parto e spesso non c’è il tempo necessario per fornire informazioni adeguate sulla possibilità che insorgano tali vissuti. In ogni caso le neo mamme dovrebbero poter contare su un valido sostegno psicologico anche se il maternity blues generalmente non necessita di alcun trattamento specifico e si risolve senza nessuna conseguenza psicologica a lungo termine. Anche il coinvolgimento affettivo del partner inteso come “base sicura” è considerato un importante fattore protettivo per la salute psicofisica della diade madre-bambino.

Il sostegno alla genitorialità nel periodo perinatale (dal preconcepimento fino ai primi anni di vita del bambino) può senz’altro favorire una maggiore consapevolezza e adattamento al nuovo ruolo, ridurre l’impatto dei fattori stressanti nella relazione e promuovere il benessere della coppia e del bambino.

Da non sottovalutare la possibilità per i neo genitori di poter disporre di un aiuto concreto a domicilio per  facilitare l’apprendimento dei nuovi compiti legati soprattutto all’allattamento, alle cure igieniche e alla riorganizzazione della vita quotidiana.